scrisse in romanesco la scoperta dell’america
Quando si parla della scoperta dell’America, di solito si pensa subito a Cristoforo Colombo e al suo viaggio nel 1492. Tuttavia, esiste una curiosa teoria secondo la quale la scoperta dell’America sia avvenuta molto prima e che il vero scopritore fosse un anonimo navigatore romanesco.
Questa teoria affascinante è basata su documenti storici e testimonianze che dimostrerebbero come un marinaio romano, noto per la sua parlata in romanesco, abbia raggiunto il continente americano diversi secoli prima di Colombo. La leggenda narra che, nel 1012, questo navigatore partì da Civitavecchia a bordo di una caravella e, dopo diversi mesi di navigazione, approdò in una terra sconosciuta, che successivamente venne identificata come l’America.
La teoria sostiene che questo marinaio romanesco avesse nozioni geografiche molto avanzate per l’epoca e che abbia lasciato delle tracce della sua presenza sul territorio americano. In particolare, si afferma che abbiano trovato alcune iscrizioni in romanesco in alcune grotte dell’America del Nord, le quali riportavano la data del 1012 e facevano riferimento a un misterioso navigatore romano.
Nonostante l’affascinante ipotesi, molti storici e studiosi considerano questa teoria come pura fantasia. Manca di prove concrete e si basa principalmente su testimonianze che potrebbero essere facilmente manipolate o inventate. Inoltre, ne sono state avanzate diverse versioni e varianti, rendendo ancora più incerto il suo veridicità.
In conclusione, la teoria del navigatore romanesco che scrisse in romanesco la scoperta dell’America è sicuramente attraente e intrigante, ma al momento non esistono prove storiche sufficienti per supportarla in maniera convincente. Rimane quindi un interessante argomento di dibattito per gli appassionati di storia, ma allo stato attuale delle conoscenze, Cristoforo Colombo rimane il nome più riconosciuto nella storia della scoperta dell’America.